Quanto terreno serve per aprire un’azienda agricola
Considerando l’attuale contesto economico, l’avvio di un’azienda agricola potrebbe essere l’idea vincente per chi si sente portato per l’agricoltura. Esistono diverse forme di piccola, media o grande impresa dedita alla coltivazione del fondo, ma tutte sono accomunate da determinati requisiti.
Non basta avere a disposizione un appezzamento di terreno qualsiasi per poter diventare agricolo: bisogna innanzitutto determinare la quantità necessaria di terreno per potersi definire tale, se è necessaria una quantità minima di terreno per diventarlo. Cerchiamo quindi di capire quanto terreno serve per diventare imprenditore agricolo. Leggi anche l’articolo su come avviare un negozio ortofrutticolo.
Terreno agricolo: i requisiti
La legge non stabilisce un minimo assoluto di terreno per poter diventare un imprenditore agricolo. L’estensione dell’azienda agricola dipende, infatti, da una varietà di fattori che influiranno sugli ettari di terra necessari.
Dobbiamo infatti comprendere quali piante coltivare, quale densità di coltivazione adottare, quante piante seminale e quale sesto di impianto adottare. Quest’ultimo parametro indica è la distanza a cui si decide di posizionare le piante tra loro, sia lungo le file che tra le file stesse.
In questa fase è importante farsi aiutare da un agronomo o da un consulente agricolo per capire quali sono le colture più redditizie, anche perché l’agricoltura è tra le forme di investimento più rischiose, visto che una cattiva stagione può mandare tutto in malora.
Non è necessario possedere un terreno o una fattoria, poiché è anche possibile prenderli eventualmente in affitto o in comodato, ma se si possiede un terreno è necessario allegare alla richiesta per la Partita IVA agricola anche una visura e il titolo di possesso del terreno stesso.
Come si calcola la grandezza di un’azienda agricola?
Come già accennato, per calcolare l’ampiezza di un’azienda agricola non si utilizza il valore assoluto dell’estensione. In Italia questo calcolo viene indicato col termine di “giornate di lavoro necessarie”, che fa riferimento alle ore lavorative necessarie per garantire la prevalenza del reddito. Questo calcolo deve tener conto del tempo necessario allo svolgimento delle varie lavorazioni.
Ad esempio, due ettari di terreno coltivati a mais necessitano di molte meno ore di lavoro rispetto a due ettari di terreno coltivati con frutti di bosco. Questo calcolo permette di standardizzare le dimensioni di un’azienda agricola creando un rapporto tra le giornate lavoro necessarie per una determinata coltura.
Le tabelle standard redatte dallo Stato italiano ci vengono incontro per la stima delle giornate lavoro necessarie per lavorare un ettaro di terreno adibito ad una determinata attività agricola. Prendendo in considerazione queste tabelle, vediamo che i mais da granella richiedono 50 ore di lavoro per ettaro mentre, per il carciofo, questo valore sale a 640. Per i funghi le ore di lavoro all’ettaro sono di 2.400.
Per concludere, se hai a disposizione poco terreno, dovrai specializzarti in attività agricole svolte in piccole aree, ma che garantiscono un elevato monte ore lavoro.