Lavoro, la settimana corta aiuta il benessere mentale
Nell’ultimo decennio, con la crescente globalizzazione e l’avanzamento tecnologico incessante, i confini tra vita lavorativa e personale si sono progressivamente sbiaditi. Questo fenomeno ha generato un aumento dello stress, della stanchezza e della distanza dai familiari, con gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale dei lavoratori. Un equilibrio appropriato tra lavoro e vita privata è diventato fondamentale per garantire il benessere dei dipendenti, migliorare la produttività e mantenere un ambiente lavorativo sano ed efficiente. La settimana lavorativa corta offre una soluzione promuovendo un bilanciamento armonioso tra l’impegno professionale e la vita personale dei propri collaboratori. Scopriamo tutti i benefici di questa formula lavorativa.
Ridurre lo stress con la settimana corta: il nuovo standard per la work-life balance
Non è un caso che la diffusione della settimana corta, ossia la riduzione dell’orario lavorativo da cinque a quattro giorni a settimana, stia diventando una tendenza sempre più diffusa in Europa. Questo cambiamento consente ai lavoratori di trascorrere più tempo con la famiglia, dedicarsi ai propri interessi personali e coltivare del tempo libero. La flessibilità nell’orario di lavoro offre un senso di libertà e autonomia, contribuendo significativamente a ridurre lo stress e la fatica accumulati durante la settimana lavorativa tradizionale.
Di conseguenza, i dipendenti possono sperimentare un miglioramento della produttività e della concentrazione durante le ore lavorative, poiché possono contare su periodi di riposo adeguati. Inoltre, questa pratica può aumentare la soddisfazione dei dipendenti e la loro fedeltà verso l’azienda, poiché si sentono valorizzati e riconosciuti per il loro impegno e le loro prestazioni. Questo porta naturalmente a un miglioramento della produttività complessiva del lavoro. È per questo motivo che la pratica della settimana corta ha suscitato interesse e adesione da parte di diversi stati europei, alla ricerca di nuove soluzioni per affrontare le sfide del mondo del lavoro moderno.
Settimana corta: l’Università di Cambridge fa luce sui benefici
Uno studio condotto dall’Università di Cambridge su 61 aziende nel corso di sei mesi nel 2023 ha evidenziato i molteplici benefici della settimana corta, caratterizzata da quattro giorni lavorativi, tra cui una significativa riduzione dello stress e dei giorni di malattia.
Il 71% dei dipendenti ha riportato una diminuzione dei livelli di burnout, mentre il 39% ha dichiarato di sentirsi meno stressato rispetto all’inizio della sperimentazione. I ricercatori hanno inoltre registrato una riduzione del 65% nei giorni di malattia e del 57% nel numero di dipendenti che hanno lasciato l’azienda rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La settimana corta è già pratica consolidata in Belgio, Spagna e Regno Unito, dove talvolta è anche agevolata dalla normativa, portando a un aumento della produttività del 36%. Inoltre, la flessibilità lavorativa ottenuta grazie alla pandemia da Covid-19 ha reso la riduzione dell’orario un ulteriore passo verso un migliore equilibrio tra vita professionale e personale. I dipendenti possono dedicare più tempo alle proprie famiglie o ai propri hobby, ritornando al lavoro con uno spirito rinnovato.
In Italia, nonostante un certo timore nel adottare questo sistema, è stata avanzata la proposta della Fim CISL di estendere la sperimentazione della settimana corta anche nel nostro Paese, seguendo l’esempio di altri Stati europei. L’obiettivo non è solo quello di ridurre gli orari lavorativi in maniera generica, come avvenuto nel secolo scorso, ma di rendere il lavoro più sostenibile e flessibile alle esigenze delle persone, rendendo così i posti di lavoro più attrattivi in un’epoca in cui i talenti si muovono costantemente nel mercato del lavoro.