Come recuperare il TFR lasciato in azienda
Il TFR è il Trattamento di Fine Rapporto. Tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, hanno il diritto di riceverlo quando finisce il rapporto di lavoro. Questo discorso è valido sia nel caso che il lavoratore ha deciso di licenziarsi, sia che è stato licenziato dall’azienda.
Se nel caso dei lavoratori pubblici il problema di recuperare il TFR lasciato in azienda non sussiste, perché comunque lo riceverà, il discorso cambia quando si parla di dipendenti privati. Ma facciamo un passo indietro. Bisogna prima capire come si è deciso di gestire il TFR già dal principio.
Gestione del TFR: due possibili strade
Il TFR può essere lasciato in azienda, come liquidazione, per riceverlo poi alla fine del rapporto lavorativo. Quando invece l’azienda possiede almeno 50 dipendenti è il Fondo di Tesoreria gestito dall’INPS a occuparsi di tutto questo. Se si lascia il TFR in azienda, le tasse no vengono calcolate subito ma solo quando il lavoratore lo riceve. L’aliquota minima è del 23%.
Il TFR però può essere gestito anche in un fondo pensione a parte. In questo modo non resterà di proprietà dell’azienda per cui si lavora fino alla fine del rapporto, ma entra a far parte di questo fondo. C’è da dire che è anche più conveniente la tassazione, perché si parla di un 9% come minimo fino a raggiungere un 15%.
Oggi però vogliamo spiegarvi appunto come si recupera il tfr che è stato lasciato in azienda.
Come recuperare il TFR lasciato in azienda?
Nel momento in cui si interrompe il rapporto di lavoro, l’azienda è tenuta a rendere all’ex dipendente il suo TFR. Questo come abbiamo visto, indipendentemente dal perché il rapporto lavorativo si è concluso. Il TFR infatti è una percentuale che il datore di lavoro trattiene sullo stipendio del dipendente.
Un dipendente pubblico ha il tempo di richiedere il proprio TFR in 24 mesi. Il discorso invece varia per chi è un lavoratore in azienda privata. Il TRF per un lavoratore privato diventa disponibile nel momento stesso in cui finisce il rapporto di lavoro. Teoricamente perciò, ha il diritto di richiedere il pagamento del suo TFR nel momento stesso in cui smette di lavorare.
Però è anche vero che spesso e volentieri succede che il datore di lavoro non ha la possibilità di pagarlo subito. Ecco allora che si prende un po’ di tempo per poter provvedere a questo pagamento. Purtroppo non ci sono tempi previsti dalla legge per disciplinare i limiti massimi in cui il datore di lavoro può liquidare il TFR. Ecco che allora serve rivolgersi al contratto collettivo nazionale. E’ infatti il CCNL che disciplina i termini di erogazione. Secondo il CCNL il datore di lavoro deve pagare il TFR al dipendente entro 45 giorni da quando il contratto è venuto meno.
Tutto però dipende dal CCNL di appartenenza. Quello di commercio e artigianato e degli studi professionali parla appunto di 45 giorni. Quello Terziario, dei Metalmeccanici e delle Telecomunicazioni di 30 giorni.
Però occorre far attenzione, per richiedere il pagamento del TFR rimasto in azienda il dipendente ha tempo 5 anni, altrimenti dopo perde il diritto di farne richiesta.
Come farne richiesta
Per recuperare il TFR lasciato in azienda ci sono alcune strade. La prima è quello di far richiesta stragiudiziale. Il lavoratore o l’avvocato invia una lettera di messa in mora con la richiesta del pagamento entro un certo termine. Deve essere inviata attraverso PEC oppure raccomandata A/R. In questo modo si riceve l’avvenuta consegna al destinatario.
Il secondo metodo è quello della domanda giudiziale e si suddivide in due ulteriori metodi. C’è il decreto ingiuntivo TFR oppure il ricorso ordinario. Qui serve un avvocato che assista al caso. Inoltre in questo modo è possibile anche allungare i tempi di prescrizione a 10 anni.